Ad oggi si conoscono circa trenta quadri clinici determinati da oltre 20 patogeni trasmessi per via sessuale.

 

In Europa ogni anno si verificano 46,8 milioni di nuovi casi di IST da Clamidia, Gonorrea e Trichomonas.

Nel 2012 sono stati segnalati 385.307 casi di infezione da Clamidia, 47.387 casi di Gonorrea e 20.802 casi di Sifilide.

In Italia, le informazioni disponibili sulla diffusione nazionale delle IST provengono dal Ministero della Salute e sono limitate alle sole malattie a notifica obbligatoria, cioè gonorrea, sifilide e pediculosi del pube.

Per sopperire alla mancanza di dati sulle altre IST, sono stati attivati due Sistemi di sorveglianza sentinella delle IST, uno basato su centri clinici e uno basato su laboratori di microbiologia clinica.

Dal 1° gennaio 1991 al 31 dicembre 2013, il Sistema di sorveglianza ha segnalato un totale di 103.028 nuovi casi di IST. Il numero dei casi di IST è rimasto stabile fino al 2004, con una media di 3.994 casi di IST segnalati per anno; successivamente, dal 2005 al 2013, le segnalazioni hanno subito un’impennata arrivando a una media di 5.235 casi per anno.

Nell’intero periodo (1991-2013), il 70,4% (n. 72.524) dei casi di IST è stato diagnosticato in uomini e il 29,9% (n. 30.504) in donne. L’età mediana dei soggetti segnalati è stata di 31 anni.

Il condom è stato utilizzato regolarmente in tutti i rapporti sessuali dall’8,8% degli uomini e dal 5,2% delle donne, invece il 43,6% degli uomini e il 23,4% delle donne ha riferito di utilizzarlo saltuariamente.

Tra le donne il 100% dei casi di IST è stato segnalato in eterosessuali. Tra gli uomini il 77,0% dei casi di IST è stato segnalato in eterosessuali e il 23,0% in maschi che fanno sesso con maschi.

Nell’intero periodo è emerso che le patologie più frequenti sono state i condilomi ano-genitali (40.871 casi), la sifilide (9.190 casi), le cervicovaginiti batteriche non gonococciche non clamidiali (8.798 casi) e l’herpes genitale (7.860 casi).

Nel 2013, il Sistema di sorveglianza ha segnalato 6.251 nuovi casi di IST. Il 74,4% (n. 4.651) dei casi di IST è stato diagnosticato in uomini e il 25,6% (n. 1.600) in donne.

Il condom è stato utilizzato regolarmente in tutti i rapporti sessuali dal 15,9% degli uomini e dal 6,7% delle donne, invece il 42,2% degli uomini e il 30,0% delle donne ha riferito di utilizzarlo saltuariamente.

Tra le donne, il 100% dei casi di IST è stato segnalato in eterosessuali, negli uomini il 73,0% dei casi è stato segnalato in eterosessuali e il 27,0% in  maschi che fanno sesso con maschi.

Nel 2013 le patologie più frequenti sono state i condilomi ano-genitali (3.362 casi), il mollusco contagioso (509 casi), l’herpes genitale (425 casi) e la sifilide (392 casi).

L’andamento dei casi di sifilide è rimasto relativamente stabile fino al 2000. Dopo si è verificato un aumento rilevante: nel 2005 le diagnosi si sono quintuplicate rispetto al 2000.

Le segnalazioni di gonorrea hanno mostrato una riduzione fino al 1999 e un successivo aumento di due volte tra il 1999 e il 2006 (si è passati da 189 casi del 1999 a 427 casi del 2006).

I casi di infezione da Clamidia hanno mostrato una costante riduzione fino al 2002 e un successivo aumento di due volte e mezzo tra il 2002 e il 2013, passando da 192 casi del 2002 a 471 casi del 2013.

Il numero annuo di segnalazioni di condilomi ano-genitali è rimasto costante fino al 2004 per poi mostrare un progressivo incremento raggiungendo il picco massimo nel 2013 con un aumento più che doppio rispetto al 2004, passando da 1.312 casi del 2004 a 3.362 casi del 2013.

L’herpes genitale ha mostrato una riduzione delle segnalazioni tra il 1991 e il 2004 e un successivo lieve aumento passando da 243 casi del 2004 a 425 casi del 2013.

 

Vecchi e nuovi HIV positivi

 

Dal 1991 al 2013, tra i 5.295 soggetti con IST e HIV positivi, il 30,2% (n. 1.601) ha scoperto di essere sieropositivo al momento della diagnosi di IST, configurando, quindi, un soggetto con IST inconsapevole del proprio sierostato HIV (nuovo HIV positivo).

Rispetto ai vecchi HIV positivi, i nuovi HIV positivi, nell’intero periodo (1991-2013), sono risultati più frequentemente giovani (15-24 anni), stranieri, pluripartner (sei o più partner nei sei mesi precedenti la diagnosi di IST), e maschi che fanno sesso con maschi. Inoltre, la quota di soggetti che riferiva di utilizzare droghe per via iniettiva è stata più bassa tra i nuovi HIV positivi rispetto ai vecchi HIV positivi.

 

La casistica dei dati provenienti dai laboratori di microbiologia

 

Questo Sistema di sorveglianza nasce nel 2009 dalla collaborazione tra il Centro Operativo AIDS (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità e il Gruppo di Lavoro Infezioni Sessualmente Trasmesse dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI). E’ coordinato dal COA e prevede la collaborazione di 13 laboratori di microbiologia clinica, dislocati sul territorio nazionale.

Sono incluse in questa sorveglianza le seguenti IST: infezione da Chlamydia trachomatis, da Trichomonas vaginalis e da Neisseria gonorrhoeae.

La casistica completa per tutti i 13 laboratori di microbiologia clinica è disponibile sino al 31 dicembre 2013. Dal 1° aprile 2009 al 31 dicembre 2013 questi laboratori hanno segnalato 93.403 campioni analizzati per un’indicazione di approfondimento diagnostico per almeno una delle tre infezioni.

Relativamente ai metodi contraccettivi utilizzati negli ultimi sei mesi, il condom è stato utilizzato regolarmente in tutti i rapporti sessuali dal 7,9% degli uomini e dal 7,4% delle donne non gravide.

Il 50,6% (n. 45.649) degli individui presentava sintomi genito-urinari al momento del prelievo del campione, mentre il 49,4% era asintomatico.

Nell’intero periodo (aprile 2009-dicembre 2013) i casi di Clamidia sono stati 2.281 casi, (con una più elevata incidenza tra i ragazzi tra i 15 e i 19 anni). Più di un terzo di queste persone non presentava sintomi al momento del prelievo del campione.

 

 

Sintesi finale dei dati provenienti dai laboratori di microbiologia

 

La provenienza dei campioni biologici è varia e questo riflette un’utenza territoriale molto ampia e meno selezionata dei laboratori di microbiologia clinica rispetto a quella dei centri clinici per le IST, che concentrano invece una popolazione sintomatica con comportamenti a maggiore rischio.

Gli asintomatici rappresentano quasi la metà della popolazione e questa percentuale è maggiore tra le donne rispetto agli uomini. Tra le donne, la quota di asintomatiche è più alta tra le gravide, sottolineando l’importanza di eseguire il test per queste infezioni in gravidanza, in modo da evitare complicanze che potrebbero colpire anche il prodotto del concepimento.

L’infezione più diffusa è stata quella da Clamidia la cui elevata prevalenza tra i soggetti pluripartner, tra i giovani (15-19 anni), tra le donne straniere e tra le donne che hanno utilizzato la pillola negli ultimi sei mesi, suggerisce che questi gruppi dovrebbero essere prioritariamente testati, possibilmente con un’offerta gratuita del test, al fine di ridurre la diffusione di questa infezione.

L’elevata prevalenza di Clamidia tra i soggetti con un elevato numero di partner sessuali negli ultimi sei mesi, suggerisce che esposizioni sessuali ripetute con partner diversi, nella maggior parte dei casi senza l’uso del condom, costituiscono un fattore di rischio, come confermato da diversi studi condotti in Italia e in altri Paesi europei. L’elevata prevalenza di Clamidia tra i soggetti giovani, riportata anche in altri Paesi, è probabilmente legata al fatto che i tessuti genitali nei giovani sono ancora immaturi e, quindi, più ricettivi agli agenti patogeni.

 

I dati e le informazioni riportate in questo articolo sono state tratte da:

“Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità”

Volume 28 – Numero 2 Febbraio 2015

ISSN 0394-9303 (cartaceo)

ISSN 1827-6296 (online)

 

Approfondimenti suggeriti:

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