Tra il 2009 e il 2015 in Italia sono state fatte 27.143 nuove diagnosi di infezione da HIV.

Solo nel 2015 le nuove diagnosi sono state 3.444
questo dato ha posto l’Italia al tredicesimo posto tra le nazioni dell’Unione Europea.

La regione che ha segnalato il maggior numero di casi è stata la Lombardia, seguita dal Lazio e dall’Emilia-Romagna.

Negli anni é aumentata l’età mediana alla diagnosi (39 anni per i maschi e 36 per le femmine) e c’è stato un cambiamento delle modalità di trasmissione: é diminuita la proporzione di consumatori di sostanze per via iniettiva, ed é aumentata quella dei casi attribuibili a trasmissione sessuale, in particolare tra maschi che fanno sesso con maschi.

Dal 1982, anno della prima diagnosi di AIDS in Italia, al 31 dicembre 2015 sono stati notificati 68.116 casi di AIDS di cui 43. 683 persone risultano decedute al 31 dicembre 2015.

Dopo il Portogallo l’Italia presenta la più alta incidenza di AIDS tra i Paesi dell’Europa occidentale.

Il 51,8% del totale dei casi segnalati tra il 1982 e il 2015, é legato a pratiche associate all’uso di sostanze stupefacenti per via iniettiva (IDU).

La distribuzione nel tempo però, ha mostrato un aumento della proporzione dei casi attribuibili ai rapporti sessuali tanto che quest’ultima è diventata la modalità di trasmissione più frequente nell’ultimo biennio.

Nei casi di AIDS attribuibili a rapporti eterosessuali (16.930), nell’ultimo decennio è diminuita la proporzione degli eterosessuali che hanno un partner IDU, mentre è aumentata la quota degli eterosessuali che hanno avuto rapporti con un partner pluripartner.

Il 74,5% delle persone con nuova diagnosi di AIDS nel 2015, ignorava la propria sieropositività scoprendo di essere HIV positiva nei pochi mesi precedenti la diagnosi di AIDS. Questa percentuale è più elevata tra coloro che hanno come modalità di trasmissione i rapporti sessuali.

Nel 2014, sono state stimate 100.049 persone diagnosticate con HIV e in cura presso tutti i Centri clinici italiani di malattie infettive: maschi (72,1%), italiani (82,7%), di età compresa tra 40 e 49 anni (33,0%) e di età compresa tra 50 e 59 anni (29,5%). La modalità di trasmissione più rappresentata è stata quella eterosessuale (37,9%), seguita da maschi che fanno sesso con altri maschi(MSM) (31,3%) e IDU (25,2%).

Altri studi hanno stimato che in Italia, nel 2012, vi erano 125.000-130.000 persone viventi con l’HIV, di cui 12.000-18.000 non ancora diagnosticate. In base a risultati relativi all’anno 2012 almeno un terzo (6.400/(12.000-18.000) dei non diagnosticati totali vivrebbe con un’infezione da HIV già in fase avanzata. La maggior parte di queste persone sono maschi, sia eterosessuali che MSM.

I dati epidemiologici e le informazioni riportate in questo articolo sono state tratte da:

“Supplemento del Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità”

Volume 29 – Numero 9
Supplemento 1 – 2016
ISSN 0394-9303 (cartaceo)
ISSN 1827-6296 (online)

I dati sulla sorveglianza dell’infezione da HIV e dell’AIDS sono disponibili online a questo indirizzo.

Settembre 2017

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