Un’affermazione gravosa: sono masochista

“Sono masochista”: mi fa alquanto strano rileggere le poche lettere che compongono il titolo di questo articolo. Il bagaglio etico che si portano appresso è talmente pesante, che mi paiono scolpite a caratteri cubitali, in questa mia sorta di diario segreto di pubblico dominio. Parole nere irrevocabilmente incise su una parete liscia di roccia bianca, grevi e inesorabili.

Pronunciarle e più facile che scriverle. Perché ho l’interlocutore di fronte e posso misurarne le reazioni. La maggior parte delle persone, alla mia affermazione, rimane basita. Ma poi, suppongo che colga la mia serenità. Cerco di spiegare quale sia la natura del mio sentire e vedo quasi sempre i volti distendersi. La preoccupazione trasudante pochi attimi innanzi dalle rughe aggrottate delle fronti, non scompare mai completamente, ma si fa meno cupa.

Pronunciarle è più facile che scriverle. Perché posseggo il quieto sollievo di chi ha raggiunto il traguardo di un percorso sudato, ma anche gli ardui timori di chi si appresta ad imboccare una strada nuova e sconosciuta.

Non è stato semplice identificare quali fossero i miei bisogni, né imparare a soddisfarli in maniera sana. All’inizio ho fatto un gran pastrocchio. Scarabocchi psicologici e derive psichiatriche a causa delle quali ho sofferto molto e molto mi sono fatta del male. Ma io sono “la donna dei perché”. Tendo a voler comprendere le dinamiche di ciò che accade. Dentro, intorno e addirittura lontano da me. E’ un’autentica fissazione. Ragiono, cerco spiegazioni, frugo finché non scovo le cause e svelo i meccanismi per cui un dato evento si é verificato. Figurarsi se non volevo arrivare a capo delle mie turbe!
Dopo tanto elucubrare e con il valido sostegno di un professionista, finalmente ci sono riuscita: sono giunta sulla vetta dell’accettazione di me stessa, dell’equilibrio e della serenità. Sì, ho decisamente tagliato un traguardo e ne sono proprio felice.

Ma la vita è tutta un transitare e dopo ogni arrivo c’è sempre un’altra partenza. Io, che per tanti anni mi sono accuratamente nascosta agli altri e forse un po’ anche a me stessa, ho deciso di espormi pubblicamente. Di mettermi a nudo senza scudi alzati o deflettori che deviino i colpi. Di mostrarmi per quella che sono, senza difesa alcuna.
Questo è il nuovo sentiero che sto imboccando. Al di là di questo schermo, a leggere le mie parole, ci siete voi. Una presenza al momento muta che spero presto prenda in qualche modo voce. Pur se, di questa voce, ho non poco timore. Uno specchio appannato che confido, prima o poi, un alito schiarisca.

Nelle prossime settimane vi racconterò del dolore. Di come esso possa, in determinate condizioni, diventare per me gratificante. Di come mi sia sentita colpevole delle reazioni del mio corpo e della mia psiche. Della paura, della vergogna. Della ricerca interiore e della nuova alba che infine ho visto sorgere. 

Onorata della vostra attenzione, vi ringrazio del tempo che avrete cura di dedicarmi e vi auguro ancora una volta buon viaggio, buon viaggio all’interno di me stessa.

31 Gennaio 2018

 

2 Comments

  1. Ivo ha detto:

    …. nui chiniam la fronte al Massimo Fattor che volle in lui del creator suo spirito più vasta orma stampar …… ed attendiamo il seguito :)

  2. Nico ha detto:

    Donna dei perché, senza difesa alcuna, dipana lo tuo dolore. Argomento interessante.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *